Riforma del Settore Creativo e Reddito di Discontinuità: Critiche e Proposte

Il settore delle Arti e dello Spettacolo è da tempo al centro del dibattito per la sua complessità e la precarietà che caratterizza i lavoratori. L’associazione UNISCA evidenzia l’urgenza di una riforma strutturale che affronti le principali criticità: ridefinizione del settore, semplificazione burocratica, ottimizzazione delle risorse e, soprattutto, l’introduzione di tutele contrattuali, previdenziali e assistenziali adeguate.

Sebbene il reddito di discontinuità sia considerato un passo importante, UNISCA sostiene che andrebbe inserito in un quadro di riforma più ampio e coordinato. Attualmente, le norme esistenti riconoscono la discontinuità reddituale dei lavoratori del settore, ma queste disposizioni risultano frammentarie, causando confusione e abusi nelle tutele. La realtà del lavoro nello spettacolo è caratterizzata da una forte discontinuità, non solo a livello reddituale ma anche contrattuale, con lavoratori impegnati in più attività giornaliere sotto contratti diversi. Per questo, UNISCA richiede una revisione delle tutele e l’introduzione di un sussidio di disoccupazione universale che supporti i lavoratori discontinui in modo più efficace.

Il decreto attuativo del 29 agosto 2023, collegato alla legge 106/2022, prevede l’introduzione di un’indennità di discontinuità a partire dal 1° gennaio 2024. Questa misura offre un’indennità pari al 60% della retribuzione media giornaliera, per un massimo di un terzo delle giornate lavorative accreditate, ai lavoratori iscritti al Fondo F.P.L.S. Tuttavia, è stata criticata per essere insufficiente rispetto ad altri sussidi come NASpI e ALAS, e per non affrontare pienamente le complessità del lavoro intermittente e precario che caratterizzano il settore.

In conclusione, mentre il reddito di discontinuità rappresenta un primo passo, è evidente che il settore ha bisogno di soluzioni più ampie e strutturate per garantire tutele adeguate e un sostegno effettivo ai lavoratori, riducendo la frammentazione e la precarietà che attualmente lo dominano.

Qui l’intera audizione presentata da Unisca

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